Oggi mi faccio di poesia

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  1. SonofBrahem
     
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    Questo thread non poteva mancare...

    Billy Collins, Introduction to Poetry (la traduzione è stata fatta dai responsabili del blog da cui l'ho tratta)

    Vi chiedo di prendere una poesia
    e di guardarla contro luce
    come una diapositiva

    o di appoggiarvi l' orecchio come fosse
    un alveare

    Dico di lanciare un topo in una poesia
    e guardarlo cercare una via d' uscita.

    o di camminare nella stanza di una poesia
    e sentirsi come il muro per un interruttore elettrico

    Voglio che facciate sci d' acqua
    sulla superficie di una poesia
    salutando il nome dell' autore sulla spiaggia.

    Ma tutto quello che volete fare
    è legare stretta la poesia ad una sedia
    e torturarla fino a farla confessare.

    Inizierete a picchiarla con un tubo
    solo per capire veramente il suo significato.

    _________________________


    I ask them to take a poem
    and hold it up to the light
    like a color slide

    or press an ear against its hive.

    I say drop a mouse into a poem
    and watch him probe his way out,

    or walk inside the poem’s room
    and feel the walls for a light switch.

    I want them to waterski
    across the surface of a poem
    waving at the author’s name on the shore.

    But all they want to do
    is tie the poem to a chair with rope
    and torture a confession out of it.

    They begin beating it with a hose
    to find out what it really means.

    (Grazie a Nick Hornby che mi ha permesso di scoprire B. Collins)
     
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  2. SonofBrahem
     
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    Senza tardare un posto d'onore per Antonia Pozzi.

    La vita sognata

    Chi mi parla non sa
    che io ho vissuto un’altra vita –
    come chi dica
    una fiaba
    o una parabola santa.
    Perchè tu eri
    la purità mia,
    tu cui un’onda bianca
    di tristezza cadeva sul volto
    se ti chiamavo con labbra impure,
    tu cui lacrime dolci
    correvano nel profondo degli occhi
    se guardavano in alto –
    e così ti parevo più bella.
    O velo
    tu – della mia giovinezza,
    mia veste chiara,
    verità svanita –
    o nodo
    lucente – di tutta una vita
    che fu sognata – forse –
    oh, per averti sognata,
    mia vita cara,
    benedico i giorni che restano –
    il ramo morto di tutti i giorni che restano,
    che servono
    per piangere te.
     
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  3. SILENCIO!
     
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    ''Goccia a goccia, - disse Bernard, - cade il silenzio. Si forma sul tetto della mente e dilaga in pozze. Per sempre solo, solo, solo - sento il silenzio che cade e allarga i suoi cerchi. Pago, sazio, gonfio di una contentezza matura io che in solitudine non esisto, lascio che cada il silenzio, goccia a goccia.
    Ma cadendo, il silenzio mi sfigura la faccia, mi sciupa il naso, quasi fossi un pupazzo di neve esposto alla pioggia. Appena cade il silenzio, mi dissolvo tutto, perdo i lineamenti, a mala pena mi si distingue da un altro.''



    Virginia Woolf
     
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  4. SonofBrahem
     
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    Il mio nemico sta invecchiando

    Il mio Nemico sta invecchiando -
    Ho alla fine Vendetta -
    Il Gusto dell'Odio se ne va -
    Se ci si vuol vendicare
    Si faccia in fretta -
    La Pietanza sfugge -
    È un Alimento deperibile -
    La Rabbia non appena sazia - è morta -
    È il Digiuno che la fa ingrassare -

    Emily Dickinson
     
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  5. SILENCIO!
     
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    Glaciers, soleils d'argent,
    flots nacreux,
    cieux de braises!


    Ghiacciai, soli d’argento,
    flutti di madreperla,
    cieli di brace!
     
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  6. emma*
     
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    Il buon compagno



    Non fu l'Amore, no. Furono i sensi
    curiosi di noi, nati pel culto
    del sogno... E l'atto rapido, inconsulto
    ci parve fonte di misteri immensi.

    Ma poi che nel tuo bacio ultimo spensi
    l'ultimo bacio e l'ultimo sussulto,
    non udii che quell'arido singulto
    di te, perduta nei capelli densi.

    E fu vano accostare i nostri cuori
    già riarsi dal sogno e dal pensiero;
    Amor non lega troppo eguali tempre.

    Scenda l'oblio; immuni da languori
    si prosegua più forti pel sentiero,
    buoni compagni ed alleati: sempre.


    Guido Gozzano
     
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  7. carmilla.
     
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    I PASSI

    Nati dal mio silenzio,
    posati santamente,
    lentamente, i tuoi passi
    procedono al mio letto
    di veglia muti e gelidi.

    Persona pura, ombra
    divina, come dolci
    i passi che trattieni.
    O iddii, quali indovino
    i doni che mi attendono
    sopra quei piedi nudi!

    Se da protese labbra,
    per acquietarlo, all'ospite
    dei miei sogni prepari
    d'un bacio il nutrimento,
    non affrettarlo il gesto
    tenero, dolcezza
    di essere e non essere:

    io vissi dell'attesa
    di te, il mio lento cuore
    non era che i tuoi passi.

    PAUL VALÉRY
     
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  8. SILENCIO!
     
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    In un momento

    In un momento
    sono sfiorite le rose
    i petali caduti
    perché io non potevo dimenticare le rose
    le cercavamo insieme
    abbiamo trovato delle rose
    erano le sue rose erano le mie rose
    questo viaggio chiamavamo amore
    col nostro sangue e colle nostre lagrime facevamo le rose
    che brillavano un momento al sole del mattino
    le abbiamo sfiorate sotto il sole tra i rovi
    le rose che non erano le nostre rose
    le mie rose le sue rose.


    Dino Campana
     
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  9. carmilla.
     
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    CITAZIONE (SILENCIO. @ 6/5/2013, 07:18)
    In un momento

    In un momento
    sono sfiorite le rose
    i petali caduti
    perché io non potevo dimenticare le rose
    le cercavamo insieme
    abbiamo trovato delle rose
    erano le sue rose erano le mie rose
    questo viaggio chiamavamo amore
    col nostro sangue e colle nostre lagrime facevamo le rose
    che brillavano un momento al sole del mattino
    le abbiamo sfiorate sotto il sole tra i rovi
    le rose che non erano le nostre rose
    le mie rose le sue rose.


    Dino Campana

    Rose calpestava nel suo delirio

    e il corpo bianco che amava.

    Ad ogni lividura più mi prostravo,

    oh singhiozzo invano di creatura.

    Rose calpestava,

    s’abbatteva il pugno

    e folle lo sputo

    sulla fronte che adorava.

    Feroce il suo male

    più di tutto il mio martirio.

    Ma, or che son fuggita,

    ch’io muoia,

    muoia del suo male.

    Sibilla Aleramo
     
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  10. SILENCIO!
     
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    Carmilla, ciao. Sei sempre preziosa ;)
     
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  11. (athos)
     
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    recuperata dal vecchio forum in omaggio del nuovo forum

    Io che ho doppiato tre volte capo Horn
    e ho navigato sette volte i sette mari
    e ho visto mostri ed animali rari
    l'anfesibena, le sirene, l'unicorno.

    Io che tornavo fiero ad ogni porto
    dopo una lotta, dopo un arrembaggio
    non son più quello e non ho più il coraggio
    di veleggiare su un vascello morto.

    Dov'è la ciurma che mi accompagnava
    e assecondava ogni ribalderia?
    Dove la forza che ci circondava?
    Ora si è spenta ormai, sparita via.

    Guardo le vele pendere afflosciate
    con i cordami a penzolar nel vuoto
    che sbatton lenti contro le murate
    con un moto continuo, senza scopo.

    E vedo in aria un'insensata danza
    di strani uccelli contro il cielo bigio
    cantare un canto in questo mondo grigio
    un canto sordo ormai, senza speranza.

    E qui da solo penso al mio passato
    vado a ritroso e frugo la mia vita
    una saga smarrita ed infinita
    di quel che ho fatto, di quello che è stato.

    Le verità non vere in cui credevo
    scoppiavano spargendosi d’intorno,
    ma altre ne avevo e giorno dopo giorno
    se morivo più forte rinascevo.

    E ora son solo e non ho più il conforto
    di amici andati e sempre più mi assale
    la noia a vuotar l’ultimo boccale
    come un pensiero che mi si è ritorto.

    Ma ancora farò vela e partirò
    io da solo, e anche se sfinito,
    la prua indirizzo verso l’infinito
    che prima o poi, lo so, raggiungerò.

    L'Ultima Thule attende al Nord estremo
    regno di ghiaccio eterno, senza vita
    e lassù questa mia sarà finita
    nel freddo dove tutti finiremo.

    L'Ultima Thule attende e dentro il fiordo
    si spegnerà per sempre ogni passione
    si perderà in un'ultima canzone
    di me e della mia nave anche il ricordo. (Guccini)

    vera ed eterna poesia
    __________________
     
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  12. SILENCIO!
     
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    VERSI DEL TESTAMENTO
    La solitudine: bisogna essere molto forti
    per amare la solitudine; bisogna avere buone gambe
    e una resistenza fuori del comune; non si deve rischiare
    raffreddore, influenza o mal di gola; non si devono temere
    rapinatori o assassini; se tocca camminare
    per tutto il pomeriggio o magari per tutta la sera
    bisogna saperlo fare senza accorgersene; da sedersi non c’è;
    specie d’inverno; col vento che tira sull’erba bagnata,
    e coi pietroni tra l’immondizia umidi e fangosi;
    non c’è proprio nessun conforto, su ciò non c’è dubbio,
    oltre a quello di avere davanti tutto un giorno e una notte
    senza doveri o limiti di qualsiasi genere.
    Il sesso è un pretesto. Per quanti siano gli incontri
    – e anche d’inverno, per le strade abbandonate al vento,
    tra le distese d’immondizia contro i palazzi lontani,
    essi sono molti – non sono che momenti della solitudine;
    più caldo e vivo è il corpo gentile
    che unge di seme e se ne va,
    più freddo e mortale è intorno il diletto deserto;
    è esso che riempie di gioia, come un vento miracoloso,
    non il sorriso innocente o la torbida prepotenza
    di chi poi se ne va; egli si porta dietro una giovinezza
    enormemente giovane; e in questo è disumano,
    perché non lascia tracce, o meglio, lascia una sola traccia
    che è sempre la stessa in tutte le stagioni.
    Un ragazzo ai suoi primi amori
    altro non è che la fecondità del mondo.
    È il mondo che così arriva con lui; appare e scompare,
    come una forma che muta. Restano intatte tutte le cose,
    e tu potrai percorrere mezza città, non lo ritroverai più;
    l’atto è compiuto, la sua ripetizione è un rito. Dunque
    la solitudine è ancora più grande se una folla intera
    attende il suo turno: cresce infatti il numero delle sparizioni –
    l’andarsene è fuggire – e il seguente incombe sul presente
    come un dovere, un sacrificio da compiere alla voglia di morte.
    Invecchiando, però, la stanchezza comincia a farsi sentire,
    specie nel momento in cui è appena passata l’ora di cena,
    e per te non è mutato niente; allora per un soffio non urli o piangi;
    e ciò sarebbe enorme se non fosse appunto solo stanchezza,
    e forse un po’ di fame. Enorme, perché vorrebbe dire
    che il tuo desiderio di solitudine non potrebbe esser più soddisfatto,
    e allora cosa ti aspetta, se ciò che non è considerato solitudine
    è la solitudine vera, quella che non puoi accettare?
    Non c’è cena o pranzo o soddisfazione del mondo,
    che valga una camminata senza fine per le strade povere,
    dove bisogna essere disgraziati e forti, fratelli dei cani.


    PIER PAOLO PASOLINI
     
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  13. SILENCIO!
     
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    Once again in the world
    Of twelve hundred feelings
    All in electric lights
    We see what we can

    And I love the sound of wind
    Blowing at night through trees
    From the roof I can see tombs
    Past the houses of the city

    And I have been yours
    In foul and in praying
    And I loved to look at you
    From the side at night with music playing

    And love will protect you
    To the edge of the wood
    Then a monster will get you
    And love does no good

    And even if love were not what I wanted
    Love would make love the thing most desired

    Bonnie ‘Prince’ Billy - Even If Love
     
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  14. SonofBrahem
     
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    Il tuo più tenue sguardo
    facilmente mi aprirà
    benché abbia chiuso me stessa
    come dita
    sempre mi apri petalo per petalo
    come la primavera fa
    toccando accortamente
    misteriosamente la sua
    prima rosa
    e io non so quello che c'è
    in te che chiude e apre
    solo qualcosa in me
    comprende che è più
    profonda la luce dei tuoi
    occhi di tutte le rose.
    Nessuno... neanche
    la pioggia ha...
    Così piccole mani.

    E.E. Cummings
     
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  15. SILENCIO!
     
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    A se stesso


    Or poserai per sempre,
    Stanco mio cor. Perì l’inganno estremo,
    Ch’eterno io mi credei. Perì. Ben sento,
    In noi di cari inganni,
    Non che la speme, il desiderio è spento.
    Posa per sempre. Assai
    Palpitasti. Non val cosa nessuna
    I moti tuoi, né di sospiri è degna
    La terra. Amaro e noia
    La vita, altro mai nulla; e fango è il mondo.
    T’acqueta omai. Dispera
    L’ultima volta. Al gener nostro il fato
    Non donò che il morire. Omai disprezza
    Te, la natura, il brutto
    Poter che, ascoso, a comun danno impera,
    E l’infinita vanità del tutto.


    Giacomo Leopardi

    Edited by SILENCIO. - 8/5/2013, 13:46
     
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121 replies since 30/4/2013, 18:09   1949 views
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