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Situationist intellectual in the music industry
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Non so stabilire se si tratta di un particolare frangente esistenziale, di una flessione congiunturale (eh?) collocata verso metà decennio o di chissà cos’altro. Fatto sta che già verso metà novembre 2014 mi rendevo conto che l’annata, dal punto di vista della produzione discografica, è stata di una mediocrità di cui non serbavo memoria in precedenza. Una mattina mi sono trovato a pensare che stiamo messi davvero male se già rimpiangiamo i dischi di un decennio fa: cari ragazzi e ragazze, è del 2004 che stiamo parlando, mica del 1991, del 1979 o del 1968! Consultati alcuni amici e colleghi, l’impressione di una piattezza di fondo riscattata da qualche peso massimo è stata in sostanza confermata. Le idee, dopo tutto questo tempo, sono per forza di cose le solite, ma a colpire non è tanto il riciclo generalizzato, ma la poca convinzione nelle nuove leve: come se i dischi li incidessero per ammazzare il tempo, o più probabilmente per avere un motivo di andare in tour a guadagnarsi la scarsa pagnotta. Ci si mette poco impegno per “costruire” un disco che rappresenti un momento di vita o la fotografia di un momento evolutivo. Qualcosa da condividere tra chi pubblica e chi ascolta, magari avvertendo una scossa interiore e sentendo la pelle d’oca che cresce. Il nodo verosimilmente sta lì: perché mai dannarsi a infondere impegno in qualcosa che oramai interessa a quattro gatti?
Felice di appartenere all’esigua brigata di metaforici felini, osservo lo scaffale dedicato alle uscite degli ultimi dodici mesi e lo scopro scarno come non mai nella mia pluridecennale carriera di appassionato. Bene così, ché di quei dischi non ne getterei uno che sia uno. E ognuno – pur con le eccezioni a confermare la regola – è figlio di gente in circolazione da un (bel) po’ e che traffica con di tutto un po’. C’è chi scartavetra anima e cuore con un’idea di rock post - o magari pre? - apocalisse e chi ti prende a schiaffi da un garage; c’è chi (si) apre la mente con vibranti commistioni e chi sbatacchia dolcemente le radici; c’è chi si rifugia nella scrittura e nell’intimismo e chi trasforma l’artigianato in arte. Multiculturalismo e conoscenza del passato sono il nome del gioco che più mi piace, perché è solo sapendo da dove veniamo che potremo avere qualche idea su dove stiamo andando. Perché se siamo qui lo dobbiamo a chi ci ha portato in spalla quando non sapevamo camminare, a chi ha scoperto terre ignote quando ancora non sapevamo leggere, a chi ha tracciato percorsi e incroci quando non riuscivamo a orientarci. A costoro sono grato per come continuano a reggere la fiaccola in quest’epoca buia e incerta. Al di là della loro bellezza e della capacità di comunicare, anche per questo mi tengo stretti loro, le loro parole, i loro suoni.
15 dal 2014
Damon Albarn – Everyday Robots
Tony Allen - Film Of Life
Neneh Cherry – Blank Project
Bo Ningen – III
Micah P. Hinson - And The Nothing
Robyn Hitchcock – The Man Upstairs
Jolie Holland – Wine Dark Sea
Orlando Julius & Heliocentrics - Jaiyede Afro
New Build – Pour It On
Phantom Band – Strange Friend
Shellac – Dude Incredible
Thee Silver Mount Zion Memorial Orchestra – Fuck Off Get Free…
Sun Kil Moon – Benji
Chuck E. Weiss – Red Beans And Weiss
Wytches – Annabel Dream Reader
E altri buoni assai…
Carla Bozulich – Boy
Earth – Primitive And Deadly
Eels - The Cautionary Tales Of Mark Oliver Everett
Gallon Drunk - The Soul Of The Hour
Joe Henry - Invisible Hour
Mogwai - Rave Tapes
Bob Mould - Beauty And Ruin
St. Vincent - s/t
Tinariwen - Emmar
Tweedy – Sukierae. -
Elisa De Marco.
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Io ho ascoltato solo St. Vincent e gli Eeels, che ho apprezzato. . -
Carlo Alberto Sindici.
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Ma dovevi partire per le vacanze all'estero che hai anticipato la tradizionale lista di un mese?
Raro caso in cui posso dire di avere orecchiato molti dei dischi che hai segnalato, per quanto mi riguarda sarebbe molto difficile elencarne una decina.
Rimango convinto che il disco di Riccardo Sinigallia sia un capolavoro del pop cantautorale all'italiana (e mio album dell'anno in assoluto), insisto con Tom Petty (anche se è vero: credevo avrebbe tenuto di più nella mia autoradio), per il resto continuo soprattutto a ripescare cose del passato.
Un esempio: dopo i regali natalizi mi avanzava qualche euro sulla postepay e per giorni ho cercato un paio di dischi freschi freschi da acquistare, salvo alla fine buttarmi su Weld (strano ma vero quel live lì l'ho consumato sì, però in vhs) e su un live dei NIN, alla faccia dei miei propositi di evitare i dischi dal vivo e in particolare quelli degli anni (decenni!) scorsi.
Tu hai tirato in ballo il 2004 perché ti faceva comodo indicare uno spazio temporale di dieci anni, ma dal mio punto di vista proprio nei primi Duemila sono uscite le ultime cose interessanti, con quel recupero della new wave rielaborando le intuizioni di gruppi come Television, Joy Division e Talking Heads.
Da appassionato di rock chitarristico ritenevo che il futuro fosse nella commistione elettrico-elettronica, ma è una strada che sempre a mio personale giudizio non è stata percorsa sino in fondo.
Le novità musicali, se ci sono, oggi come oggi stanno altrove: forse nell'elettronica spinta, ma non è territorio di mia competenza e magari mi sbaglio di grosso.. -
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Una gran Turrefazione di fine anno. . -
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yeah . -
gigi72.
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come già detto ho trovato l'anno trascorso musicalmente parlando molto buono.
dopo aver letto il buon turra, m'è venuto il dubbio di aver preso un abbaglio. mi conforta l'aver letto le parole di Carlo Bordone e di Eddy. Forse non sono completamente audioleso.. -
Carlo Alberto Sindici.
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Proprio ieri, per chiudere l'anno in bellezza (si fa per dire...), ho (ri)ascoltato alcuni degli album che vengono indicati come i migliori dell'anno appena trascorso. A mozziconi, ovvio, ma giusto per farmi un'idea. Alcuni di quei dischi li ha segnalati pure il Turra. Ebbene, non nego che un appassionato possa trarre soddisfazione da certi dischi che escono oggi, ma se pure io - che non ho certo la conoscenza enciclopedica del Turra - mi accorgo che sono in molti casi scopiazzature di cose già sentite e risentite più volte (qui ci trovi Nick Cave, là una PJ Harvey più lofi e molto meno ispirata, là i Waterboys e mi riferisco ai soliti osannati War on Drugs: disco dell'anno per più di qualcuno, eccetera eccetera) non capisco come sia possibile non essere d'accordo con la Turrefazione in oggetto laddove si dice che attualmente non sta succedendo nulla. Da qualche parte ci saranno probabilmente dei nuovi Led Zeppelin o dei nuovi Pink Floyd, però credo siano sommersi dalla spazzatura imperante in questi tempi di contest televisivi, con le case discografiche che hanno rinunciato a fare scouting e a investire sulle (vere) giovani promesse.
Io chiederei un parere al riguardo anche a Guglielmi, ma non so se accoglierà (leggerà) il mio umile invito.... -
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CITAZIONE (gigi72 @ 31/12/2014, 17:34)come già detto ho trovato l'anno trascorso musicalmente parlando molto buono.
dopo aver letto il buon turra, m'è venuto il dubbio di aver preso un abbaglio. mi conforta l'aver letto le parole di Carlo Bordone e di Eddy. Forse non sono completamente audioleso.
Ma infatti li mio dubbio iniziale era soprattutto legato a una questione del tipo "sono io" o "è il pop" ? E l'aver ricevuto risposte contrastanti da amici e (per me, ex) colleghi mi ha ulteriormente confuso. In senso positivo, eh .. -
Carlo Alberto Sindici.
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Quanto è più facile scrivere di pallacanestro... A nessuno verrebbe mai in mente di definire il Draft Nba del 2013 "un ottimo draft", o Bargnani "un rimbalzista" o Michael Jordan "un giocatore sopravvalutato"
p.s.: tanto per destabilizzarmi ulteriormente mi sono appena accorto che il Turra tra gli anni chiave indica il 1968, mentre io pensando all'anno in assoluto più ricco nella storia del rock non ho mai risolto il ballottaggio tra 1967 (anche perché ci sono nato io...) e 1969. quasi quasi me ne vado in vacanza.